Cronaca
Inverno d'Europa dopo Carmen, Eleanor portas neve vento e pioggia
Jersey - Va a oltre cento chilometri orari la
tempesta Eleanor, intensa perturbazione atlantica,che ha
colpito l'Europa centro-settentrionale portando una
ondata di severo maltempo con piogge, neve, inondazioni
ma soprattutto venti molto forti. Particolarmente
interessate la Manica, Gran Bretagna, Francia, Olanda,
Belgio e Danimarca dove si sono registrate raffiche di
vento anche di oltre 130-140 km/h in pianura, superiori
sui settori di montagna specie francesi. Proprio la
Francia risulta tra le più flagellate da questa ondata
di maltempo: si contano almeno tre vittime mentre si
sono registrati almeno 26 feriti, di cui 4 in modo
grave. La tour Eiffel è stata chiusa al pubblico, così
come diversi parchi di Parigi. Chiusi i porti di Le Havre e della Cornovaglia. Traghetti a singhiozzo tra
Calais e Dover. Inondazioni si sono invece avute in
Irlanda, in particolare sulle aree costiere per violente
mareggiate, 70 ila utenze rimaste senza energia
elettrica. Parchi chiusi e allerta meteo anche in
Olanda. L'aeroporto di Amsterdam ha chiuso 252 voli su
1200, ritardi di un'ora per gli altri. Riardi aerei
negli aeroporti di Basilea, Zurigo, Strasburgo e della
Corsica. In Svizzera chiuse le ferrovie compresa
quella del san Gottardo con ritardi nel Ticino. Un treno
é deragliato provocando 8 feriti. Resta l'allerta frane
in tutti i paesi atlantici e dell'Europa centrale. (Reginald
Goffrey, 3 gennaio 2018) |
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Lille, il processo a Dominique Strauss Kahn, l'accusa chiede il proscioglimento
Un finale inatteso al
tribunale di Lilla. La situazione di Dominique
Strauss-Kahn, sembra singolarmente assurda. Prima accuse
gravissime di ex-prostitute che, lo descrivono un
maniaco sessuale brutale e che stroncano la carriera di
uno degli uomini più potenti del mondo, poi le parti
civili che si erano costituite contro di lui si ritirano
dal processo. Infine il procuratore Frederic Fevre, dice
a chiare lettere, "I 14 imputati hanno già pagato il
prezzo con le torbide rivelazioni sulla stampa. Questa
non è una rete mafiosa, ma un gruppo di amici che ha
incontrato ego, ambizioni e piaceri appena sessuali.
Hanno perso tutto, pertanto chiedo al tribunale di
tenerne conto nelle sue deliberazioni". Così agli occhi
del pubblico ministero, sfuma l'accusa di
"sfruttamento aggravato
della prostituzione" con pene fino a 20 anni di carcere
che vede imputato, un ex presidente futuro potenziale
della Repubblica, che rischia 10 anni di carcere e una
multa di 1,5 milioni. Eppure nel suo discorso di
apertura, il procuratore Fèvre, che mette in evidenza
gli sforzi del suo piano nella lotta contro il traffico
sessuale (non richiesto), aveva condannato moralmente i
comportamenti; sferza il comportamento degli imputati,
"quello che mi colpisce è la loro totale mancanza di
considerazione per le donne. Le prostitute erano
disposti, certamente, ma avevano una scelta? ". Il
pubblico ministero ribadisce che "la consapevolezza non
è una presunzione di colpevolezza" e aggiunge, "un uomo
forte non è necessariamente colpevole." finendo con
l'affermazione che "Il procuratore è un magistrato che
deve essere imparziale emergere verità giudiziaria" e
ancora sostiene, "la presenza di DSK ha dato il via a un
processo non standard, politico, mediatico e morale,
senza di lui, i fatti sarebbero stati provati da tempo,
nell'indifferenza generale". Il procuratore si dice
soddisfatto. Per lui, "DSK non sapeva che aveva a che
fare con le prostitute, ma non ha fatto alcun profitto
dalla prostituzione, non ha fatto nulla per agevolarla o
incoraggiarla e soprattutto non è stato l'organizzatore
delle orge". E infine, ha concluso dicendo "un tribunale
condanna solo su prove, non per il beneficio del dubbio.
Non ho visto nell'indagine penale o in sede di udienza
la prova della colpevolezza di Dominique Strauss-Kahn.
Esigo una assoluzione definitiva "
Il procedimento per “sfruttamento aggravato della prostituzione” contro Dominique Strauss-Kahn andrebbe annullato poiché l’istruttoria sarebbe stata “viziata da manovre politiche”. Questa la richiesta di uno degli avvocati della difesa alla prossima udienza ai giudici del tribunale di Lille. Strauss-Kahn rischia 10 anni di prigione e una multa di 1,5 milioni di euro. Insieme a lui sono imputate altre tredici persone, tra cui un commissario di polizia, due gestori di hotel e Dodo, un fornitore di prostitute, che lo affiancarono, in quella che l'accusa ha definito un'organizzazione di squillo con centro all'hotel Carlton di Lille, e oltreoceano in alberghi di Washington e New York. Due prostitute. Jade e Marion, lo inchiodano come il “re delle feste” e sostengono che hanno avuto l'economista come cliente. Marion ha detto ai giudici, “trovavo che l'atmosfera fosse davvero bestiale. Mi sembrava strano vedere dei tipi passeggiare nudi gli uni vicini agli altri, alcuni si masturbavano senza vergogna. Era puro consumo sessuale”. L'ex deputato non smentisce la sua assidua frequentazione ai festini, reputa il suo comportamento profondamente immorale ma sostiene che non possa essere considerato penale. La difesa di DSK si basa sull'inconsapevolezza che le ragazze fossero squillo, tanto più che le pagasse lui. In effetti, le spese sarebbero state coperte da un costruttore del gruppo Eiffage e dal dirigente di una società di materiale medico.
Ad oggi l'ex ministro delle Finanze della Francia Strauss-Kahn si trova davanti al giudice per due accuse ma del medesimo stampo: aver avuto rapporti sessuali. Dominique Strauss-Kahn, nato a Neuilly-sur-Seine il 25 Aprile 1949, Uno degli uomini più potenti del mondo e di Francia. Ex membro del Partito Socialista, ex ministro delle Finanza, direttore generale del Fondo Monetario internazionale. Al momento del suo arresto, a New York, il 14 maggio 2011 durante il suo ultimo mandato come presidente del FMI, era in procinto di candidarsi alla presidenza della Repubblica francese. E i pronostici, dopo il ritiro dalla politica di Sarkozy, lo davano per sicuro vincente. Fu accusato di stupro ai danni di una cameriera che lo costrinse alle dimissioni dal FMI, il 18 maggio 2011. Fu poi incriminato anche per l'affaire Carlton, il 26 marzo 2012. Una storia, questa che comincia nel 2011, quando René Kojfer, che si occupa delle pubbliche relazioni di due hotel francesi, tra cui il Carlton, viene indagato con l’accusa di favorire lo sfruttamento della prostituzione. Il fornitore di ragazze sarebbe il belga Dominique Alderweireld, conosciuto come “Dodo la Saumure”. Negli atti delle indagini compaiono anche i nomi di un noto avvocato, Emmanuel Riglaire, e di un direttore dipartimentale della sicurezza, cioè di un commissario di polizia, Jean-Christophe Lagarde. Strauss Kahn non é nuovo ad attacchi. Era già stato accusato dal Wall Street Journal il 18 ottobre 2008, il giornale provò alcuni favoritismi all'interno del FMI a favore della sua amante Piroska Nagy ma la questione durò appena una settimana, Strauss-Kahn venne discolpato dalla commissione d'inchiesta. E oggi, a sorpresa, il quotidiano conservatore francese, Le Figaro, rivela che, dopo l'arresto, all'inizio del 2012, Francois Hollande, il candidato socialista all'Eliseo, avrebbe incontrato Strauss-Kahn, già contaminato dal caso del Sofitel e dal Carlton per consigli sulla politica economica in caso di vittoria, ma anche per utilizzare la sua rubrica internazionale. Strauss-Kahn gli consiglia, "devi agire in fretta e forte. Vedere Merkel subito". Hollande poi gli ha chiesto di "cercare i tedeschi", con l'obiettivo di far allentare il Patto di stabilità europeo. DSK sincontra Martin Schulz (Spd), il presidente del Parlamento europeo e del Lussemburgo, Jean-Claude Juncker. Ma qualcosa non deve essere andato per il verso giusto e pochi mesi dopo la vittoria di François Hollande, l'ex capo del FMI moltiplica le critiche del nuovo governo e capo di Stato. E adesso il processo a Lille. (Luigi Votano, 8 febbraio 2015) |
Bristol – Potrebbero esserci altre macabre scoperte intorno all’elegante residenza di Barton Court, dove l’ Avon and Somerset Police ha ritrovato parte dei resti di un corpo, che gli inquirenti attribuiscono a Rebecca “Becky” Watts. La sedicenne scomparsa nel nulla lo scorso 19 febbraio. Resta piantata davanti alla residenza la tenda della polizia giudiziaria, come se gli investigatori sapessero di poter ritrovare altri indizi per incriminare gli assassini di Rebecca, o forse anche altri resti umani. Una situazione inquietante, in una storia ricca di misteri e di scoperte macabre. Anche se il caso sembra risolto, gli inquirenti sono stranamente abbottonati. Resta un mistero la presenza di un ragazzo, nella cui casa non lontana da Barton Court, la ragazza ha passato la notte prima della sua scomparsa. Nemmeno i fiori, l’emozione e lo sgomento che corre sui social network e sul sito “Find Rebecca Watts”, resta misteriosa la dinamica e il movente. Certamente gli inquirenti sono arrivati a Barton Court per una soffiata, dopo giorni di interrogatori. Ma la soffiata evidentemente non è stata precisa e le ricerche continuano. Questo significa anche che la soffiata non l’ha fatta direttamente chi ha ucciso Becky, ma un complice o un testimone, che probabilmente ha detto anche qualcos’altro. Dopo giorni del ritrovamento del corpo sono stati ritrovati il cellulare, il tablet e il computer portatile di Becky. Ma dagli inquirenti filtrano pochissime notizie, come se qualcosa di ancora più grave e macabro sia successo a Barton Court. Gli investigatori, dicono solo che è stata una telefonata a permettere di ritrovare il corpo della ragazza, ridotto in pezzi e gettato in un bidone della spazzatura. Forse è stato il ventitreenne arrestato e poi rilasciato senza accuse.
Di certo, è già comparso in tribunale, il principale accusato della morte di Becky, il fratellastro, Nathan Matthews, 28 anni, deve rispondere di omicidio e con lui la fidanzata Shauna Hoare, 21 anni, accusata di tentato intralcio alla giustizia. Alcuni testimoni hanno visto Nathan a bordo di una Vauxhall Zafira nera, simile a quella sequestrata dalla polizia, che si vede in un'immagine su Google Streetview del maggio 2014, parcheggiata fuori da Barton Court, anche se al momento non è possibile avere la certezza che sia la stessa, perché la targa appare oscurata. La coppia, in origine accusata di sequestro, dovrà tornare in tribunale il 26 Marzo. Sono stati arrestati anche altri ventenni, Karl Demetrius, 29 anni, Donovan Demetrius, 29 anni , Jaydene Parsons, 23 anni, e James Ireland, 23 anni, con l'accusa di sospetto favoreggiamento.
La madre ripete, “Becky é fantastica” e fin dal primo momento, la famiglia ha detto a Rachel Scott, capo della CPS South West Complex Casework Unit, “siamo sconvolti, non riusciamo a capire perché qualcuno abbia voluto fare del male alla nostra Becky in un modo cosi brutale”. Nulla su Nathan. La casa della ragazza è circondata da fiori, orsacchiotti e lettere che dimostrano il coinvolgimento dei cittadini nella vicenda, lo confermano Linda Dobson, 47 anni, e suo marito Donny, 52 anni: “Quello che è successo è orribile, tutta Bristol è furibonda, la ragazza era giovane con cosi tanta vita davanti”, e ancora, “Rebecca abitava nella mia zona, i miei figli vanno a scuola li, giocano in quei parchi ma ora sono molto preoccupato a lasciarli da soli in giro”. E' stata anche avviata un'asta online per raccogliere 20.000 sterline e pagare il suo funerale. In sua memoria, inoltre, amici e parenti hanno lasciato volare in cielo più di cento palloncini. (Luigi Votano, 12 marzo 2015) |
Inchiesta Grandi Appalti, Di Pietro denuncia le tangenti del "sistema"
Roma - Attacca, l’ex ministro delle Infrastrutture Di Pietro, l’unico ministro che fece fuori Incalza dal ministero, “lo allontanai perché tutti sapevano che era il punto di riferimento di un certo sistema” e aggiunge, “ quando arrivai al ministero trovai innanzitutto un ufficio “strano strano” che cioè, secondo gli organigrammi ufficiali, non avrebbe dovuto esserci: era la cosiddetta Struttura tecnica di Missione che rispondeva soltanto al ministro di turno comandata da Ercole Incalza”. Voluta dall’ex ministro Lunardi con la motivazione ufficiale “di coordinare le Grandi opere” era diventata funzionale al “sistema”. Continua Di Pietro, “il sistema all’epoca era quello di versare una percentuale ai partiti dal 3 al 5 per cento. Oggi direi che è stato mutuato il sistema delle Coop: non più tangenti, ma appalti. Che è poi il sistema anche della Compagnia delle Opere, ovvero Cl, che non a caso tributava grandi applausi ad Incalza; poi tutte le grandi società, comprese quelle OltreTevere. Ecco, se fai parte di questo giro, ti puoi sedere al tavolo di quel sistema. Incalza garantiva quel sistema”. Sul fronte politico, Movimento Cinque Stele e Sel incalzano il ministro Maurizio Lupi, che tuttora non è indagato. Ma sono cominciate le manovre per il dopo Lupi. Cantone è il candidato più gettonato a prendere il posto di Lupi. Intanto spifferi dicono che, chissà perché, tutto questo favorirebbe Caltagirone. Tuttavia se Ncd si accontenta prende il ministero delle Riforme per Quagliariello oppure le Pari Opportunità per la Di Girolamo. Renzi non molla: prendere o lasciare e Berlusconi sta rallentando su Salvini perché se esce Ncd dal governo è pronto a dare l’appoggio esterno. Emergono nuove intercettazioni. Lupi telefona a Ercole Incalza e gli chiede «se è disponibile a ricevere in ufficio al ministero a Roma, nello stesso pomeriggio, il figlio Luca, per avere “consulenze e suggerimenti”». Questo il contenuto di un’altra intercettazione dell’indagine che sta travolgendo il titolare delle Infrastrutture. Secondo gli investigatori, il riferimento è a un lavoro per il figlio del ministro. "Quando vuoi", è la risposta di Incalza. Poche ore dopo, Luca Lupi è nell’ufficio di Incalza. Sono le 13.33 dell’8 gennaio 2014. "Ascolta", dice Lupi, "se fra un quarto d’ora ti mando questo che è venuto da Milano a Roma a far due chiacchiere? Nel senso di avere consulenze e suggerimenti eccetera. Viene mio figlio Luca, no, quando vuoi, dimmi a che ora te lo faccio venire in modo che...". Incalza, viene ricostruito, dà la sua disponibilità per ricevere Luca Lupi nello stesso pomeriggio: "Quando vuoi, ma figurati! Nessun problema! O adesso o alle cinque, quando finisce il Tesoro, no?". Lupi preferisce che il figlio parli con Incalza subito: "No, allora conviene che venga adesso, così...". Alle 14.29, annotano gli investigatori, Incalza chiama Stefano Perotti e gli chiede quando può essere a Roma. Perotti risponde: "Posso arrivare venerdì se vuoi". Incalza, continua l’annotazione, "si rivolge a una persona che è nel suo ufficio (Luca Lupi) e gli chiede se gli va bene fissare l’incontro con Stefano Perotti per venerdì 10 gennaio". Poi Perotti chiede: "Chi è questo?" e Incalza gli fa capire che è Luca Lupi. "Il figlio di Maurizio!". Dalle intercettazioni emerge poi che di alcune cose meglio parlare di persona e non per telefono e, addirittura, in alcuni casi per far capire che si parla di «lupi», verosimilmente del ministro , si ricorre a simulare un ululato. Questo risulta da una conversazione telefonica tra il figlio dell’imprenditore Stefano Perotti, Philippe, entrambi indagati, ed una persona non indagata, Davide Vicini. I due stanno parlando delle opportunità di lavori per alcune autostrade, tra cui la Orte-Cesena. (Marco Triferani, 18 marzo 2015).
Roma - Il ministro delle Infrastrutture Lupi, di Ncd, ex Forza Italia, espressione politica di Comunione e Liberazione. intercettato mentre minaccia la crisi di governo nel momento in cui viene defenestrato Ettore Incalza, non intende dimettersi. Imbarazzo nel PD e nel governo. Il sottosegretario Del Rio annuncia che Lupi ci stava pensando. Ma Ncd va avanti e Lupi smentisce le dimissioni. Lupi aveva chiesto anche un lavoro per il figlio, stipendio 1300 euro mensili. Movimento Cinque stelle e Sel annunciano una mozione di sfiducia.L'inchiesta sulle tangenti sui Grandi Appalti, adesso bloccati, ha portato in carcere Ercole Incalza, dirigente del ministero dei Lavori pubblici. Su richiesta della Procura di Firenze quattro arresti e oltre cento perquisizioni sono in corso su appalti pubblici. Sono stati arrestati anche il funzionario del ministero e collaboratore di Incalza, Sandro Pacella e gli imprenditori Stefano Perotti e Francesco Cavallo, presidente del Cda di Centostazioni Spa, società del gruppo Ferrovie dello Stato. L’inchiesta condotta dal procuratore di Firenze Giuseppe Creazzo coinvolge cinquanta indagati. I reati contestati sono corruzione, induzione indebita, turbata libertà degli incanti e altre violazioni relative alla pubblica amministrazione. Gli appalti finiti nell’indagine riguardano la linea Alta velocità e numerosi lavori legati alle Grandi opere.
Gli arresti sono stati eseguiti dai carabinieri del Ros. Arrivato nel 2001 come capo della segreteria tecnica di Pietro Lunardi (governo Berlusconi), Ercole Incalza è rimasto al ministero delle Infrastrutture per quattordici anni, attraversando sette governi. È passato attraverso Antonio Di Pietro (governo Prodi), quindi è stato promosso capo struttura di missione da Altero Matteoli (di nuovo Berlusconi), confermato da Corrado Passera (governo Monti), Lupi (governo Letta) e poi ancora Lupi (governo Renzi). Secondo l’accusa sarebbe stato proprio Incalza - definito «potentissimo dirigente» del ministero dei Lavori pubblici - il principale artefice del «sistema corruttivo» scoperto dalla procura di Firenze. Sarebbe stato lui, in particolare, in qualità di «dominus» della Struttura tecnica di missione del ministero, ad organizzare l’illecita gestione degli appalti delle Grandi opere, con il diretto contributo di Perotti, cui veniva spesso affidata la direzione dei lavori degli appalti incriminati. Le indagini sono coordinate dalla procura di Firenze, perché - secondo quanto è stato possibile apprendere finora - tutto è partito dagli appalti per l’Alta velocità nel nodo fiorentino e per il sotto-attraversamento della città. Da lì l’inchiesta si è allargata a tutte le più importanti tratte dell’Alta velocità del centro-nord Italia ed a una lunga serie di appalti relativi ad altri Grandi opere, compresi alcuni relativi all’Expo. Gli arresti sono stati eseguiti a Roma e a Milano, mentre le perquisizioni sono in corso anche in altre regioni nei domicili degli indagati e negli uffici di diverse società tra cui Rfi e Anas international Enterprise. Tutte le principali Grandi opere sarebbero state oggetto dell’«articolato sistema corruttivo» messo in piedi dalle persone arrestate ed indagate. (Marco Triferani, 17 marzo 2015). |
Ferguson, ancora scontri tra afroamericani e polizia
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