Wahington -
Bill
Clinton nel 2005 assieme al socio canadese della
fondazione, Frank Giustra, andò in Kazakistan a fare
accordi con un autocrate filorusso, Nursultan A.
Nazarbayev, mentre la moglie Hillary era senatore e si
preparava a candidarsi alle presidenziali. Frank Giustra
era anche il titolare della UrAsia Energy, venduta ad
Uranium One nel 2007. Queste notizie sono state nascoste
per mesi, ipotesi avanzate solo dai pochi
media vicini
al presidente, come “New York Post”, “Fox News”, fino a
“Breitbart News”, ma ora pubblicano scoop e
ricostruzioni giornali progressisti come “The Hill”, l’arci
avversario “Washington Post”, “Seattle Times” e “Los
Angeles Times”, e persino il “New York Times” comincia a
ricordarsi di inchieste del passato. Su Uranium One,
partendo da alcune precisazioni che finalmente si fanno
strada. Basterebbe il mezzo milione di dollari che in
una sola volta Putin ha fatto avere per una conferenza a
Bill Clinton a suscitare un sospetto di connivenza.
Invece tutti concentrati su centomila dollari in tutto
di inserzioni su Facebook, che secondo i democratici e
secondo anche alcuni giornalisti italiani, avrebbero
sfacciatamente favorito l’elezione di Trump. Quelle
inserzioni sono cominciate a giugno del 2015, e a
controllarle tutte vedrete che sono genericamente
messaggi sul razzismo e sul controllo di armi; secondo
Marx Penn, analista e stratega politico, sempre di area
democratica, sulle
elezioni del
2016 si sono soffermate inserzioni per 6.500 dollari.
Essendo all’epoca della stipula del contratto di vendita
la Clinton segretario di Stato e membro di una
commissione governativa incaricata degli accordi, non si
può accusare solamente lei, ma l’intera amministrazione
di Barack Obama, e qui si parla di
interessi e
sicurezza nazionale. Si parla di aver venduto un quinto
della capacità americana di estrarre uranio alla
Russia e per
l’esattezza a una compagnia di energia nucleare
controllata dallo Stato, la Rosatom. La quale nella sua
filiale americana, come l’Fbi ben sapeva, si dava un
gran da fare in truffe, ricatti riciclaggio di denaro,
frodi ed estorsioni. Se l’Fbi indagò e riferì al
dipartimento di
Giustizia,
quest’ultimo nascose, tanto che l’attività della Rosatom
americana continua ancora indisturbata per 4 anni.
L’avessero rivelata per tempo, la vendita non sarebbe
mai avvenuta. C’era un informatore che aveva lavorato
sotto copertura il quale voleva riferire tutto al
Congresso, e fu minacciato e bloccato dal Fbi. Ora però
parlerà. Per ora mi fermo. Tanto siamo solo agli inizi.
(Martina Criatore, 24 dicembre 2017) |